Presentazione del Rapporto eContent
A questo link si trovano i documenti presentati l’altro giorno che sono l’introduzione di Tripi, la presentazione di Capitani e l’executive summary
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A questo link si trovano i documenti presentati l’altro giorno che sono l’introduzione di Tripi, la presentazione di Capitani e l’executive summary
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Oggi è stato presentato a Roma il terzo rapporto eContent che è stato redatto da NetConsulting (quindi con la mia partecipazione).
Nei prossimi giorni darò un po’ di flash sui diversi mercati analizzati.
Questi i contenuti del Rapporto presentato:
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Verisign ha venduto Kontiki.
Kontiki è diventata famosa per essere un content delivery network basato sul P2P, utilizzato sia da BBC che da AOL. L’efficienza dei sistemi di distribuzione P2P ancora una volta fa acqua…
Non sembrano in grado di sfruttare i vantaggi del P2P per la distribuzione di contenuti video a livello business (mentre per la pirateria è perfetto). Altri post precedenti:
i-costi-del-delivery-video-online
p2p-joost-vs-world-of-warcraft
Verisign l’aveva acquistata per oltre 60 milioni di dollari un paio di anni fa, ma sembra che il prezzo di vendita sia stato molto più basso.
notizia da Contentinople
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Ci sono due correnti di pensiero nella fruizione dei contenuti video. Lo scorso anno sembrava che la NetTV andasse verso una fruizione da client (Joost, Babelgum, iPlayer BBC, Adobe Media Player), per sfruttare funzionalità, qualità, controllo dell’utente e tecnologie (P2P) che il browser non sembrava adatto a garantire.
Negli ultimi mesi le iniziative via browser si sono moltiplicate, sia da parte dei broadcaster (soprattutto negli Stati Uniti), sia da parte di start up (in Italia fra le altre, N3TV, StreamIT, Glomera, CrossCast, RiflettoTV, Intruders TV… ormai decine, anche se molte in ottica Blog TV più che NetTV). Inoltre, l’effetto vortice di YouTube ha fatto abituare i navigatori a fruire in modo semplice, senza bisogno di scaricare client particolari. Anche perché l’elemento di vantaggio della distribuzione attraverso P2P sembra essere stato ridimensionato.
Tempo fa avrei detto che il browser è un “telecomando” generalista con contenuti da UGC a semi-pro, mentre il client è un “telecomando” più specializzato, più vicino ad un modello Pay TV con contenuti pro. Ovviamente le cose non sono così nette.
E’ chiaro che Joost ha un vantaggio dal punto di vista dei contenuti, grazie al fatto di essere partito per primo: oltre 15mila programmi e 250 “canali”, se così si possono chiamare. E’ senza dubbio il nuovo broadcaster/aggregatore con la qualità più alta, sebbene l’appeal per un utente italiano è ancora basso. In questo senso è chiaro che esistono opportunità importanti per i mercati nazionali, mentre il target degli utenti “sovranazionali” (circa 100 milioni di persone) è già troppo presidiato.
In generale, la NetTV si caratterizza ancora per contenuti di scarsa qualità, con l’esclusione dei broadcaster che ovviamente non hanno questo problema ma sono quelli più in ritardo nel comprendere le dinamiche del nuovo paradigma della televisione online. Quando vedo una nuova iniziativa ho sempre l’impressione che l’idea sia stata quella di partire in fretta, con la speranzache qualcuno – che abbia veramente i contenuti o che possa investire – prima o poi decida di acquistare la piattaforma per una somma congrua. Altrimenti non si spiegano tutte le iniziative che (mi spiace dirlo) hanno poco senso dal punto di vista economico, mentre se considerati in un’ottica di innovazione/sperimentazione è una gioia vedere start up interessanti anche in Italia.
Infine, mi aspetto di vedere (in realtà ci sono stati già annunci in questo senso) i client migrare su device e set top box per consentire una fruizione dal televisore.
Detto tutto ciò ci sono gli outsider come HP (che ha lanciato una propria televisione Next.TV) e Sony (che si sta muovendo per offrire i contenuti video da internet sui propri televisori) che non sono certo innocui…
Per quanto riguarda i modelli di business, invece sembra non ci sia storia e non può essere altro che gratuito (a parte generi molto particolari e di nicchia); che può significare che si trova il modo di sussidiare un business collaterale, oppure si deve avere un’audience sufficiente che supporti la pubblicità.
Il problema è che a livello nazionale un audience estesa online è difficile da mettere assieme, o almeno può essere sufficiente per finanziare una start up di poche persone, non certo un big player del settore media/editoria esistente.
RCS, Espresso, De Agostini… tutti hanno sempre più interesse per il budget della pubblicità TV (che ricordiamo scende di circa il 2,5%) … vedremo se e come si butteranno nella mischia anche se i ritorni non sono nel breve.
Technorati Tags: NetTV, pubblicità, Joost, Babelgum, iPlayer BBC, Adobe Media Player, Next.TV, N3TV, StreamIT, Glomera, CrossCast, RiflettoTV, Intruders TV, RCS, Espresso, De Agostini
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La distribuzione di contenuti in modalità Peer to Peer permette di ridurre l’impatto sui costi delle infrastrutture.
Gli utenti diventano essi stessi server di distribuzione; modalità utilizza inizialmente dalla pirateria e oggi utilizzata in tutte le salse.
In definitiva Joost utilizza questa soluzione per poter distribuire al maggior numero di utenti col minore investimento.
Il più importante gioco online – World of Warcraft – per distribuire gli aggiornamenti software utilizza una modalità di distribuzione P2P. Il motivo è lo stesso, spostare una parte dei costi delle infrastrutture sulla periferia: gli utenti.
Qual è il nesso fra i due ? WoW distribuisce le patch del gioco a 9 milioni di utenti; si tratta dello stesso file, l’efficienza della modalità P2P è evidente. Al contrario, Joost deve distribuire centinaia di flussi video differenti… molto più complesso e molto meno efficiente… La scalabilità verso l’alto per WoW garantita, mentre Joost avrà sempre più contenuti differenti da distribuire…
In questo caso, la Long Tail diventa un’arma a doppio taglio, potrebbe ridurre notevolmente i vantaggi della distribuzione P2P.
P.S. In realtà non viene distribuito lo stesso file a 9 milioni di utenti perché ci sono le versioni localizzate, ma il discorso non cambia molto
Technorati Tags: Peer to Peer, World of Warcraft, Joost
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