Archive for the 'NetTV' Category

L’iPlayer della BBC si prepara ad invadere il mondo ?

BBC

La BBC vuole diventare più importante all’estero e quindi ha avviato un piano strategico di sviluppo dei propri canali internazionali che tipicamente vanno a finire sulle piattaforme pay tv ma anche dei contenuti online distribuiti attraverso il servizio di catch up chiamato iPlayer (che fondamentalmente permette di accedere alla programmazione di BBC degli ultimi 7 giorni).
Ad oggi, i contenuti della BBC attraverso il famoso iPlayer sono disponibili solo per i residenti in UK (servizio pubblico pagato col canone e quindi gratuiti senza pubblicità) ma l’intenzione è quella di rendere disponibili i propri contenuti anche in altri Paesi; non ho capito se con pubblicità o anche una modalità pay.

Si partirà dagli Stati Uniti (anche perché è il mercato più interessante sia online che offline), in Europa partiranno con la Polonia a dicembre ma anche l’Italia sembra prevista.

per approfondire c’è un articolo sul Guardian

La notizia arriva dopo che è stato annunciato l’utilizzo anche di flash per il player online: la BBC aveva ricevuto molte proteste a causa dell’utilizzo della piattaforma Microsoft che limita l’audience a causa del suo legame con Windows.

Vedremo cosa accadrà: è chiaro che l’iPlayer è un concorrente di servizi alla Joost – indirizzati cioè ad un’utenza internazionale – ma i contenuti sono di prima qualità.

Inoltre, da poco è stato anche approvato l’inserimento della pubblicità su sito bbc.com e prevedono di raccogliere oltre 100 milioni di euro (mi sembrano molti ma in effetti hanno la possibilità di far fruttare contenuti quasi infiniti).

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La creazione di un palinsesto personalizzato (l’esempio)

Link all’articolo

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La creazione di un palinsesto personalizzato

La creazione di un palinsesto personalizzato è diventata un gioco da ragazzi. Ogni giorno è possibile aggiungere video a playlist, player custom e vederli senza alcuno sforzo con materiale di buona qualità.

Per capirci, da luglio YouTube permette di creare un custom player che mostra solo video selezionati (che cos’è se non un palinsesto ?), di inserirci la pubblicità (Google come sempre si occupa della raccolta con AdSense) e ovviamente inserirlo nel mio sito (non mi devo preoccupare dell’infrastruttura distributiva); permette di definire un layout del player ed il tema grafico, per adattarlo alla proprie esigenze e in 2 minuti si è creato una sequenza personalizzata di video che si vuole mandare “in onda”.

youtube custom player

E’ chiaro che si parla della coda: audience molto piccole che messe assieme fanno anche cifre interessanti, ed è a questo che Google punta da sempre. Anche pochi euro moltiplicati per milioni di siti…

Ma le modalità per creare palinsesti sono numerose ormai.

VodPod logo

Per esempio, ultimamente mi sono imbattuto in VodPod che permette di selezionare video che trovo fra YouTube, Metacafe, MySpace & C e inserirli sul mio sito/blog. In questo modo posso intrattenere i miei visitatori con un po’ di contenuti gratuiti…

VodPod servizi

E’ chiaro che stiamo parlando di aggregare contenuti liberamente disponibili online ma anche i contenuti professionali sono molto più accessibili rispetto al passato. Marketplace come Brightcove che offrono serie televisive e show da tutto il mondo stanno ampliando l’offerta e riducendo notevolmente i costi di transazione per i contenuti.

Un post troppo breve per un argomento da 100 pagine…ma il tempo di scrivere tutto non c’è.

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USA, altri numeri sugli utenti video (TV e Web)

Quali sono le proporzioni fra gli utenti online che guardano video e la televisione tradizionale ?

Negli Stati Uniti gli utenti che guardano video online (114 milioni) è oltre il doppio del numero degli accessi a banda larga (54 milioni), mentre in Italia gli utenti che guardano video online sono circa nove milioni, praticamente come il numero degli accessi BB in Italia (e a differenza del dato USA, qui dentro ci sono anche le aziende).

Mentre chi guarda la TV (285 milioni) è oltre il doppio di chi guarda i video online. In Italia chi guarda la TV è ovviamente diverse volte superiore a chi guarda online, per non parlare del tempo dedicato ogni giorno che è oltre sessanta volte inferiore (quello dedicato al video su web).

USA video user

Devo andarmi a cercare i dati sulla penetrazione dei PVR che avevo in testa ma ho dimenticato. Mentre, sulle case che possono ricevere trasmissioni in video on demand, gli Stati Uniti hanno l’indubbio vantaggio di avere tutte le case con accesso alla tv via cavo, che attraverso diversi upgrade tecnologici ha oggi tutte le possibilità tecnologiche offerte da una IPTV (o forse più). Comunque in Italia le case VOD-enable (come le vengono chiamate) sono equivalenti agli utenti IPTV (quindi neanche 300mila utenze) e poi ci sono quelle in near video on demand (satellite e digitale terrestre).

Sulle previsioni fatte, non c’è molto da dire, tanto è ormai diventato così difficile azzeccarci…

La crescita maggiore è prevista negli utenti di PVR, a seguire per quelli ch guardano video su internet. Il fatto che tutti gli utenti a banda larga diventeranno online video user è scontato. La facilità con la quale si può accedere a una library infinita di video porterà ad utilizzare Internet come il punto di accesso principe per far vedere cartoni animati ai più piccoli, per ascoltare musica (mi faccio una playlist su Youtube) e vedere tanti programmi che oggi vedo in lineare sul televisore. A meno che non vengano bloccati in modo consistente gli upload su YouTube (vedi precedente post) e simili, nulla di più facile nel momento in cui i diversi detentori dei diritti avranno dei loro canali sul web per veicolare i propri contenuti.

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NetTV: client o browser ?

Ci sono due correnti di pensiero nella fruizione dei contenuti video. Lo scorso anno sembrava che la NetTV andasse verso una fruizione da client (Joost, Babelgum, iPlayer BBC, Adobe Media Player), per sfruttare funzionalità, qualità, controllo dell’utente e tecnologie (P2P) che il browser non sembrava adatto a garantire.

Joost logo

Negli ultimi mesi le iniziative via browser si sono moltiplicate, sia da parte dei broadcaster (soprattutto negli Stati Uniti), sia da parte di start up (in Italia fra le altre, N3TV, StreamIT, Glomera, CrossCast, RiflettoTV, Intruders TV… ormai decine, anche se molte in ottica Blog TV più che NetTV). Inoltre, l’effetto vortice di YouTube ha fatto abituare i navigatori a fruire in modo semplice, senza bisogno di scaricare client particolari. Anche perché l’elemento di vantaggio della distribuzione attraverso P2P sembra essere stato ridimensionato.

Rivideo mediaset

Tempo fa avrei detto che il browser è un “telecomando” generalista con contenuti da UGC a semi-pro, mentre il client è un “telecomando” più specializzato, più vicino ad un modello Pay TV con contenuti pro. Ovviamente le cose non sono così nette.

E’ chiaro che Joost ha un vantaggio dal punto di vista dei contenuti, grazie al fatto di essere partito per primo: oltre 15mila programmi e 250 “canali”, se così si possono chiamare. E’ senza dubbio il nuovo broadcaster/aggregatore con la qualità più alta, sebbene l’appeal per un utente italiano è ancora basso. In questo senso è chiaro che esistono opportunità importanti per i mercati nazionali, mentre il target degli utenti “sovranazionali” (circa 100 milioni di persone) è già troppo presidiato.

In generale, la NetTV si caratterizza ancora per contenuti di scarsa qualità, con l’esclusione dei broadcaster che ovviamente non hanno questo problema ma sono quelli più in ritardo nel comprendere le dinamiche del nuovo paradigma della televisione online. Quando vedo una nuova iniziativa ho sempre l’impressione che l’idea sia stata quella di partire in fretta, con la speranzache qualcuno – che abbia veramente i contenuti o che possa investire – prima o poi decida di acquistare la piattaforma per una somma congrua. Altrimenti non si spiegano tutte le iniziative che (mi spiace dirlo) hanno poco senso dal punto di vista economico, mentre se considerati in un’ottica di innovazione/sperimentazione è una gioia vedere start up interessanti anche in Italia.

Infine, mi aspetto di vedere (in realtà ci sono stati già annunci in questo senso) i client migrare su device e set top box per consentire una fruizione dal televisore.

Detto tutto ciò ci sono gli outsider come HP (che ha lanciato una propria televisione Next.TV) e Sony (che si sta muovendo per offrire i contenuti video da internet sui propri televisori) che non sono certo innocui…

HP next.TV

Per quanto riguarda i modelli di business, invece sembra non ci sia storia e non può essere altro che gratuito (a parte generi molto particolari e di nicchia); che può significare che si trova il modo di sussidiare un business collaterale, oppure si deve avere un’audience sufficiente che supporti la pubblicità.

Il problema è che a livello nazionale un audience estesa online è difficile da mettere assieme, o almeno può essere sufficiente per finanziare una start up di poche persone, non certo un big player del settore media/editoria esistente.

RCS, Espresso, De Agostini… tutti hanno sempre più interesse per il budget della pubblicità TV (che ricordiamo scende di circa il 2,5%) … vedremo se e come si butteranno nella mischia anche se i ritorni non sono nel breve.

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Negli USA si guardano online le trasmissioni TV

Il tempo dedicato ai video online è in continua crescita, soprattutto grazie al formato snack ed il successo di YouTube. Negli Stati Uniti è comunque in forte crescita anche la fruizione online di programmi tipici dei broadcaster televisivi.
Quasi tutti i broadcaster nel’ultimo anno hanno aggiornato il proprio sito, inserendo la possibilità di assistere alle ultime puntate dei più importanti show televisivi.

Ne parla Nee teevee

Webtv

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N3TV “Free To Net Television” è partita

Uno degli esperimenti più importanti di Net Tv in Italia (ma forse possiamo togliere anche Italia) è partito oggi.
Canali tematici con news sulla Rete, le tecnologie ed il gaming, oltre a programmi in diretta di musica e politica.
La piattaforma Mogulus, utilizzata per le trasmissioni live, aveva circa 50 utenti (almeno quando c’ero io) e si è comportata più che bene.

n3tv_logo.png

Un bel progetto portato avanti da Tommaso Tessarolo che attirerà l’attenzione nei prossimi mesi.

www.n3tv.it

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Nano share

Si moltiplicano le iniziative di web tv che sperano di raggiungere una ben definita nicchia di spettatori. Come la pay tv insegna, è possibile attraverso una serie di canali – che presi singolarmente realizzano nano share – ottenere risultati di tutto rispetto nel raggiungimento dei target tanto cari ai pubblicitari. I nano share uniti fra di loro offrono la possibilità di realizzare campagne pubblicitarie sfruttando la maggiore profilazione degli utenti. E’ chiaro che a breve ci sarà un eccesso di offerta di contenuti video rispetto al tempo che i navigatori ci dedicano, una piccola bolla data dal fatto che ci si butta per cercare di essere i “primi”.

Negli Stati Uniti questa situazione è evidente, è un continuo di annunci di web tv e di investimenti su programmi solo per il web da parte delle Major. La quantità delle risorse pubblicitarie che è disponibile per queste iniziative è ancora limitata…. quasi quanto il tempo dedicato alla visione di video sul web.

videosite-timespent.jpg

Come giustamente l’Ofcom ha fatto notare, il tempo dedicato al video è di pochi minuti al giorno. La TV si conta in ore al giorno per persona. Siamo ancora lontani ma i prossimi anni saranno decisivi per capire la velocità di sviluppo della Net TV e se Internet sarà disponibile attraverso il televisore.

Fra 2 ore e 13 minuti parte una nuova iniziativa, da mesi in incubazione, n3tv.it; lunedì vedremo…

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