Caio sulle nuove reti in fibra (NGN)

Su Affari e Finanza di oggi leggo che Caio, dopo aver aiutato il governo britannico sullo sviluppo delle nuove reti in fibra, sta aiutando anche quello italiano a risolvere alcuni interrogativi. Speriamo ne venga veramente fuori qualcosa.

Caio ha dichiarato due cose interessanti:

  • che la fibra agli utenti oggi non serve e neanche nel breve; oggi, è a livello di rete e server che mancano le prestazioni
  • che bisognebbe cambiare la tariffazione della banda sulla base dell’utilizzo come qualsiasi altra risorsa scarsa, quindi l’offerta dovrebbe differenziare le tariffe sulla base della banda garantita in certi orari

Il documento di Caio si può scaricare qui

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5 Commenti

  1. Luigi Rosa on October 20th, 2008

    In merito alla (1) in una rete il collo di bottiglia ci sara’ sempre, e’ la tecnologia che lo sposta. Dal momento che, senza scomodare la legge di Moore, e’ ipotizzabile che tra un anno ci siano connessi dei server piu’ veloci di quelli connessi ora, sarebbe il caso che l’infrastruttura si prepari, visto che cambiare un server costa poco e richiede poco, ricablare una zona non e’ uno scherzo.

    Per la (2) possono anche tariffare l’accesso a Internet, pero’ poi non si lamentino se la gente non usa piu’ Internet come quando aveva un costo flat.

  2. Pietro Saccomani on October 22nd, 2008

    IMHO per la NGAN oggi non esistono i servizi e la domanda in grado di giustificare gli investimenti. Restano i risparmi di costo, perlopiù per gli incumbent. Tuttavia se penso all’Italia tra 10 anni, la mancanza di un’infrastruttura di accesso in fibra ottica avrà quasi certamente un impatto negativo sullo sviluppo economico e la competitività del paese, specialmente nel confronto con altri paesi europei dove gli incumbent stanno già investendo, per non parlare di USA, Giappone e Corea.

    Queste reti sembrano avvicinarsi ad un bene pubblico, si faticano a vedere ora gli interessi privati per la loro realizzazione specie se la prospettiva per l’incumbent è doverle condividere con i concorrenti, mentre sembra più facile immaginare i benefici a lungo termine per la collettività. Giappone e USA hanno risposto al problema in modo diverso: con l’intervento pubblico o lasciando più libertà all’incumbent, sacrificando i benefici a breve di una maggiore concorrenza. In Italia mancano le condizioni (concorrenza dal cavo) che hanno permesso la deregolamentazione in US, pertanto mi sembra opportuna una soluzione diversa.

  3. Marco Pizzo on October 23rd, 2008

    A mio parere, le grandi velocità sull’ultimo miglio servono solo per portare segnali televisivi in alta definizione. Per tutto il resto è sufficiente un adsl qualsiasi.
    Ciò premesso, mi sembra molto più importante portare la banda larga nelle zone dove oggi non c’è. Perché non bisogna scordarsi che da un lato una cultura digitale di base presso le famiglie è importante, ma dall’altro oggi ci sono aziende che sono in zone non coperte o con connessioni ridicole e per queste lo Stato dovrebbe fare di tutto per renderli in grado di competere.
    Quindi sul lungo periodo penserei si a fibra sia al centro delle reti che sull’ultimo miglio; oggi vorrei incentivare la copertura del territorio.

  4. Pietro Saccomani on October 23rd, 2008

    Mi trovi molto d’accordo, credo, in particolare per l’Italia, sia opportuno agire sia sulla disponibilità universale di un servizio broadband, che, soprattutto, sull’informatizzazione delle piccole imprese e l’alfabetizzazione informatica. Forse WiMax servirà al primo scopo, per il secondo serve un disegno più ampio dove il pubblico dovrà avere un ruolo determinante, IMHO.

  5. Marco Pizzo on October 23rd, 2008

    Sul Wimax ancora non ho capito come andrà a finire… anche il mobile broadband potrebbe avere qualche ruolo di rilievo.

    Comunque concordo su tutta la linea.