Archive for October, 2007

La creazione di un palinsesto personalizzato

La creazione di un palinsesto personalizzato è diventata un gioco da ragazzi. Ogni giorno è possibile aggiungere video a playlist, player custom e vederli senza alcuno sforzo con materiale di buona qualità.

Per capirci, da luglio YouTube permette di creare un custom player che mostra solo video selezionati (che cos’è se non un palinsesto ?), di inserirci la pubblicità (Google come sempre si occupa della raccolta con AdSense) e ovviamente inserirlo nel mio sito (non mi devo preoccupare dell’infrastruttura distributiva); permette di definire un layout del player ed il tema grafico, per adattarlo alla proprie esigenze e in 2 minuti si è creato una sequenza personalizzata di video che si vuole mandare “in onda”.

youtube custom player

E’ chiaro che si parla della coda: audience molto piccole che messe assieme fanno anche cifre interessanti, ed è a questo che Google punta da sempre. Anche pochi euro moltiplicati per milioni di siti…

Ma le modalità per creare palinsesti sono numerose ormai.

VodPod logo

Per esempio, ultimamente mi sono imbattuto in VodPod che permette di selezionare video che trovo fra YouTube, Metacafe, MySpace & C e inserirli sul mio sito/blog. In questo modo posso intrattenere i miei visitatori con un po’ di contenuti gratuiti…

VodPod servizi

E’ chiaro che stiamo parlando di aggregare contenuti liberamente disponibili online ma anche i contenuti professionali sono molto più accessibili rispetto al passato. Marketplace come Brightcove che offrono serie televisive e show da tutto il mondo stanno ampliando l’offerta e riducendo notevolmente i costi di transazione per i contenuti.

Un post troppo breve per un argomento da 100 pagine…ma il tempo di scrivere tutto non c’è.

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MVNO in Italia: entro sei mesi saranno 8 ?

CoopVoce UnoMobile

Entro sei mesi dovrebbero esserci in Italia almeno 8 MVNO. Oltre a Coop e Carrefour, partiti da qualche mese, avremo:

  • Poste Italiane mi sembra il più vicino a partire, hanno dichiarato fine novembre.
  • BT entro fine 2007 per la clientela business
  • Tiscali nei primi mesi del 2008
  • Conad
  • Pldt (Philippine Long Distance Telephone) per il mercato etnico
  • Fastweb

Si diceva anche di Auchan e Autostrade ma non ho trovato conferme.

Ad oggi gli utenti MVNO in Italia sono ben meno di 200mila: Coop ha dichiarato di aver raggiunto 100mila utenti, mentre Carrefour dovrebbe essere a circa 75mila. Sono tanti, sono pochi… in realtà non conta moltissimo… bisognerebbe vedere l’arpu… se sono tutti utenti che spendono 10 euro al mese è un conto, se c’è qualcuno che spende almeno 30 è un segnale completamente diverso… ma soprattutto, questa iniziativa ha portato ad un incremento del traffico nei centri commerciali (il core business) ?
Essendo interessato al grado di innovazione che l’entrata degli MVNO può portare sul mercato italiano, mi sento di dire che la forte presenza di GDO (che difficilmente può innovare) e Telco (che ultimamente sono poco inclini a fare strategie innovative anche per difficoltà del business sul fisso) è un punto negativo.

A parte Pldt per l’etnico, questo forse significa che gli MVNO in Italia sono iniziative indirizzate a sussidiare/completare il core business, più che cercare di innovare o fare veramente soldi con la telefonia mobile ? Potrebbe essere e d’altra parte gli MVNO che all’estero hanno tentato strade diverse hanno avuto vita dura, con tanti casi di fallimenti eccellenti (vedi Disney negli USA per esempio).

Il mercato potrebbe essere smosso veramente da proposte di tariffe aggressive sull’accesso dati, ma ad oggi l’unico che sembra interessato a quest’area è H3G (Tre) che oltretutto continua ad essere oggetto di discussioni sulla presunta vendita (a Deutsche Telekom ? ). Per chiudere, Tiscali potrebbe essere un innovatore, puntare proprio ad ampliare le possibilità di accesso dati, come già fece agli albori di Internet con la filosofia “free”.

Ma se nessuno avrà le spalle abbastanza larghe, significa che potrebbe cambiare poco nel panorama del mobile italiano. Chi ha un brand così forte da poter scombinare il mercato ?

In Spagna e UK ci sono stati e stanno entrando anche brand che indirizzano di target dei giovani. Qui in Italia nulla ?

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USA, altri numeri sugli utenti video (TV e Web)

Quali sono le proporzioni fra gli utenti online che guardano video e la televisione tradizionale ?

Negli Stati Uniti gli utenti che guardano video online (114 milioni) è oltre il doppio del numero degli accessi a banda larga (54 milioni), mentre in Italia gli utenti che guardano video online sono circa nove milioni, praticamente come il numero degli accessi BB in Italia (e a differenza del dato USA, qui dentro ci sono anche le aziende).

Mentre chi guarda la TV (285 milioni) è oltre il doppio di chi guarda i video online. In Italia chi guarda la TV è ovviamente diverse volte superiore a chi guarda online, per non parlare del tempo dedicato ogni giorno che è oltre sessanta volte inferiore (quello dedicato al video su web).

USA video user

Devo andarmi a cercare i dati sulla penetrazione dei PVR che avevo in testa ma ho dimenticato. Mentre, sulle case che possono ricevere trasmissioni in video on demand, gli Stati Uniti hanno l’indubbio vantaggio di avere tutte le case con accesso alla tv via cavo, che attraverso diversi upgrade tecnologici ha oggi tutte le possibilità tecnologiche offerte da una IPTV (o forse più). Comunque in Italia le case VOD-enable (come le vengono chiamate) sono equivalenti agli utenti IPTV (quindi neanche 300mila utenze) e poi ci sono quelle in near video on demand (satellite e digitale terrestre).

Sulle previsioni fatte, non c’è molto da dire, tanto è ormai diventato così difficile azzeccarci…

La crescita maggiore è prevista negli utenti di PVR, a seguire per quelli ch guardano video su internet. Il fatto che tutti gli utenti a banda larga diventeranno online video user è scontato. La facilità con la quale si può accedere a una library infinita di video porterà ad utilizzare Internet come il punto di accesso principe per far vedere cartoni animati ai più piccoli, per ascoltare musica (mi faccio una playlist su Youtube) e vedere tanti programmi che oggi vedo in lineare sul televisore. A meno che non vengano bloccati in modo consistente gli upload su YouTube (vedi precedente post) e simili, nulla di più facile nel momento in cui i diversi detentori dei diritti avranno dei loro canali sul web per veicolare i propri contenuti.

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Iniziativa per gli UGC dei detentori del diritto d’autore

Interessante iniziativa cosiddetti Intellectual Property Owners nei confronti degli UGC al fine di far rispettare i loro diritti su Internet.
Sono indicati 15 punti che dovrebbero essere seguiti dal mondo online, al fine di rispettare il duro lavoro di chi crea contenuti. Google/YouTube non sembra far parte dei promotori…

Principi UGC

Le aziende promotrici sono: CBS Corp., Dailymotion, Fox Entertainment Group, Microsoft Corp., MySpace, NBC Universal, Veoh Networks Inc., Viacom Inc. and The Walt Disney Company.
Link

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Google risultati terzo trimestre 2007

Lo so che è banale, ma ogni volta che vedo un loro grafico con la crescita delle revenue rimango a bocca aperta per qualche secondo…

Google revenue sept07

link ai risultati Google 3°trimestre

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NetTV: client o browser ?

Ci sono due correnti di pensiero nella fruizione dei contenuti video. Lo scorso anno sembrava che la NetTV andasse verso una fruizione da client (Joost, Babelgum, iPlayer BBC, Adobe Media Player), per sfruttare funzionalità, qualità, controllo dell’utente e tecnologie (P2P) che il browser non sembrava adatto a garantire.

Joost logo

Negli ultimi mesi le iniziative via browser si sono moltiplicate, sia da parte dei broadcaster (soprattutto negli Stati Uniti), sia da parte di start up (in Italia fra le altre, N3TV, StreamIT, Glomera, CrossCast, RiflettoTV, Intruders TV… ormai decine, anche se molte in ottica Blog TV più che NetTV). Inoltre, l’effetto vortice di YouTube ha fatto abituare i navigatori a fruire in modo semplice, senza bisogno di scaricare client particolari. Anche perché l’elemento di vantaggio della distribuzione attraverso P2P sembra essere stato ridimensionato.

Rivideo mediaset

Tempo fa avrei detto che il browser è un “telecomando” generalista con contenuti da UGC a semi-pro, mentre il client è un “telecomando” più specializzato, più vicino ad un modello Pay TV con contenuti pro. Ovviamente le cose non sono così nette.

E’ chiaro che Joost ha un vantaggio dal punto di vista dei contenuti, grazie al fatto di essere partito per primo: oltre 15mila programmi e 250 “canali”, se così si possono chiamare. E’ senza dubbio il nuovo broadcaster/aggregatore con la qualità più alta, sebbene l’appeal per un utente italiano è ancora basso. In questo senso è chiaro che esistono opportunità importanti per i mercati nazionali, mentre il target degli utenti “sovranazionali” (circa 100 milioni di persone) è già troppo presidiato.

In generale, la NetTV si caratterizza ancora per contenuti di scarsa qualità, con l’esclusione dei broadcaster che ovviamente non hanno questo problema ma sono quelli più in ritardo nel comprendere le dinamiche del nuovo paradigma della televisione online. Quando vedo una nuova iniziativa ho sempre l’impressione che l’idea sia stata quella di partire in fretta, con la speranzache qualcuno – che abbia veramente i contenuti o che possa investire – prima o poi decida di acquistare la piattaforma per una somma congrua. Altrimenti non si spiegano tutte le iniziative che (mi spiace dirlo) hanno poco senso dal punto di vista economico, mentre se considerati in un’ottica di innovazione/sperimentazione è una gioia vedere start up interessanti anche in Italia.

Infine, mi aspetto di vedere (in realtà ci sono stati già annunci in questo senso) i client migrare su device e set top box per consentire una fruizione dal televisore.

Detto tutto ciò ci sono gli outsider come HP (che ha lanciato una propria televisione Next.TV) e Sony (che si sta muovendo per offrire i contenuti video da internet sui propri televisori) che non sono certo innocui…

HP next.TV

Per quanto riguarda i modelli di business, invece sembra non ci sia storia e non può essere altro che gratuito (a parte generi molto particolari e di nicchia); che può significare che si trova il modo di sussidiare un business collaterale, oppure si deve avere un’audience sufficiente che supporti la pubblicità.

Il problema è che a livello nazionale un audience estesa online è difficile da mettere assieme, o almeno può essere sufficiente per finanziare una start up di poche persone, non certo un big player del settore media/editoria esistente.

RCS, Espresso, De Agostini… tutti hanno sempre più interesse per il budget della pubblicità TV (che ricordiamo scende di circa il 2,5%) … vedremo se e come si butteranno nella mischia anche se i ritorni non sono nel breve.

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Negli USA si guardano online le trasmissioni TV

Il tempo dedicato ai video online è in continua crescita, soprattutto grazie al formato snack ed il successo di YouTube. Negli Stati Uniti è comunque in forte crescita anche la fruizione online di programmi tipici dei broadcaster televisivi.
Quasi tutti i broadcaster nel’ultimo anno hanno aggiornato il proprio sito, inserendo la possibilità di assistere alle ultime puntate dei più importanti show televisivi.

Ne parla Nee teevee

Webtv

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DTT: situazione grave in Valle d’Aosta

DTT
L’annuncio del ritorno all’analogico da parte di due emittenti locali (leggi notizia) mi sembra l’ennesimo sintomo di un passaggio ad una tecnologia digitale che è strapazzata da tutti.

Il commitment dei broadcaster nazionali è stato basso; atteggiamento giustificabile dal punto di vista del mercato: non c’è nessun motivo/incentivo per passare al digitale dato che non posso raccogliere pubblicità/vendere contenuti a sufficienza.

Le istituzioni hanno forse altre priorità e manca “la mente” che possa mettere assieme tutti i tasselli… il sistema televisivo italiano è peggio di un labirinto. Oltretutto, visto che l’ignoranza tecnologica (anche come commentato Gilioli e Longo) regna nelle istituzioni, a tutti i livelli, non ci si può aspettare molto.

Ciò non toglie che sia molto grave la situazione che si è creata in Valle d’Aosta. Il digitale è inevitabile, cerchiamo di farlo al meglio… ma sembra che questo ragionamento non possa essere seguito in questo paese con la p minuscola.

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